Infezioni da ossiuri: sintomi e trattamento

Infezioni da ossiuri

I bambini in età scolare tra i 5 e i 10 anni possono essere colpiti con maggiore frequenza dalle infezioni da ossiuri, il cui nome scientifico è Enterobius vermicularis, in particolare questi vermi sottili bianchi si trasmettono attraverso il passaggio diretto tra ano, mani e bocca. L’uomo è il solo ospite naturale di questo parassita che attiva il contagio quando depone le uova intorno all’ano, dal momento che l’affezione colpisce frequentemente i bambini la loro scarsa cognizione dell’igiene li porta a grattarsi per placare il senso di prurito provocato dalla presenza del patogeno. Come conseguenza le uova del parassita restano attaccate ai polpastrelli e poi trasmesse per contatto alle mani di altri soggetti, soprattutto i membri della propria famiglia e gli altri bambini, che le ingeriscono. Quando le uova arrivano nell’intestino si schiudono, nel corso delle settimane le uova ingerite si schiudono ed i vermi adulti migrano nella zona di collegamento tra l’intestino tenue e l’intestino crasso ha di nuovo inizio il ciclo qualora i vermi femmina gravidi migrano verso il retto per depositare le uova. Altre notizie su Malattia infiammatoria pelvica: cause e complicanze.

Sintomi e terapia

Infezioni da ossiuri
Infezioni da ossiuri

Quando un individuo ingerisce le uova del parassita diviene infetto, di solito le infezioni da ossiuri tendono a provocare  un fastidioso prurito nella zona rettale che può associarsi ad un bisogno impellente di urinare; talvolta l’infiammazione può colpire il meato uretrale innestando una sensazione di bruciore che accompagna l’atto della minzione, delineando così un quadro clinico simile a quello della cistite. Nelle bimbe gli ossuri possono migrare nella zona dei genitali per cui a causa del prurito vulvare si ha l’esigenza di grattarsi determinando lo sviluppo di un’infiammazione locale. Quando si ha la conferma di questo tipo di infezioni, nella maggior parte dei casi, il medico prescrive una terapia farmacologica che consiste generalmente nell’assunzione di un vermifugo a base di mebendazolo o di pirantel pamoato. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Reflusso vescico-ureterale come si manifesta.