Curare la cistite: terapie alternative ai farmaci

Curare la cistite: i possibili trattamenti

La profilassi antibiotica rimane attualmente la terapia più indicata ed utilizzata nel trattamento per curare la cistite anche se è ormai ampiamente risaputo che i batteri che solitamente scatenano le infezioni urinarie si sono evoluti rapidamente tanto da aver sviluppato una forte resistenza ai tradizionali antibiotici usati in caso di cistite. La letteratura clinica attuale infatti lamenta una significativa questione allarmante riguardante proprio la resistenza dei patogeni ai trattamenti farmacologici vigenti, un problema che continua a preoccupare il settore farmaceutico ma anche gli ambiti della sperimentazione che si sono mobilitati per identificare delle valide terapie alternative con cui debellare le infezioni alle vie urinarie provocate da enterobatteri uropatogeni migrati verso la vescica. Inoltre gli insuccessi delle terapie a base di antibiotici sono da ascrivere alla forte aggressività dei batteri che hanno sviluppato una maggiore capacità di adesione all’urotelio, ovvero la zona di rivestimento della vescica, ciò determina l’insorgenza di cistiti ricorrenti. Per altre informazioni si rimanda all’articolo Antibiotici per cistite: come ostacolare l’antibiotico resistenza.

Nuovi scenari della cura delle infezioni urinarie

curare la cistite
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Come trattamenti alternativi all’uso di farmaci, negli ultimi tempi si sono fatti strada altri rimedi ancora poco conosciuti in ambito clinico, suggeriti per evitare un abuso spropositato di antibiotici che si rivelano inefficienti e nocivi per lo stesso organismo. Come alternativa agli antibiotici si stanno utilizzando, in caso di cistite provocata da Escherichia coli, degli specifici vaccini che agiscono principalmente inibendo le capacità di adesione dei batteri all’urotelio. Un altro metodo recentemente applicato nell’ambito della cura della cistite è rappresentato dalle instillazioni intravescicali di acido ialuronico in combinazione con il condroitin solfato, la cui azione è mirata anch’essa ad indebolire la capacità di adesione delle colonie batteriche. Studi sperimentali in ambito clinico hanno confermato che il trattamento con l’acido ialuronico riduce considerevolmente il rischio di cistite cronica nei 12 mesi successivi. La validità di questa terapia è da attribuire alla stessa conformazione dell’urotelio che è rivestito da una barriera protettiva stratificata: nei suoi strati superficiali si trovano dei livelli consistenti di glicosaminoglicani tra cui figura l’acido ialuronico. In questo modo le instillazioni intravescicali ripristinano il livello di acido ialuronico, scongiurando eventuali infezioni urinarie ricorrenti. Altre notizie su Cistite cura e terapia da seguire.