Cistite puerperio
In particolari momenti della vita le donne si trovano nella condizione di essere maggiormente esposte al rischio di sviluppare episodi di cistite, e tra i periodi più critici vi è il puerperio, ossia l’arco di tempo in cui si allatta e non si hanno le mestruazioni fino alla comparsa del capo-parto. Questa condizione si caratterizza per delle significative alterazioni ormonali, in particolare si riscontra una carenza di estrogeni per cui è alto il rischio di sviluppare infezioni vescicali. Il puerperio è un periodo che inizia dopo il parto e generalmente ha termine con il ripristino delle normali condizioni anatomiche e funzionali dell’apparato genitale femminile, normalmente devono passare circa 6 settimane dal parto. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Cistite cause: la proliferazione di patogeni.
Sintomi ed infezioni urinarie
Chi ha partorito da pochi giorni può lamentare delle difficoltà nella fase di svuotamento della vescica a causa del trauma subito dalla vescica al momento del parto, dovuto al passaggio del feto, per recuperare la normale funzionalità bisogna attendere qualche giorno per far recuperare alla muscolatura vescicale la sua regolare tonicità; in alcuni casi poi le donne che hanno appena partorito possono subire un rilevante aumento della diuresi come conseguenza dell’accumulo di liquidi dovuto alla stessa gestazione. Tra gli altri fattori eziologici che possono causare la cistite nel periodo del puerperio vi è anche la stitichezza che spesso colpisce le neomamme. Di solito l’infezione puerperale si evidenzia con dolore che dall’utero si estende al pube, a cui si accompagnano altre manifestazioni quali: cefalea, brividi, anoressia, pallore, tachicardia e leucocitosi. Oltre alla cistite, dopo il parto possono insorgere frequentemente anche casi di pielonefrite, dovuta alla risalita delle colonie di batteri dalla vescica che innestano così il focus infettivo. Altre notizie utili si trovano su Cistite rimedi: alleati della natura e trattamenti.